La casa nel pozzo



Un documentario realizzato per raccontare l’esperienza di una videoinstallazione a circuito chiuso realizzata presso l’Università degli Studi di Bergamo nel 2009 dagli studenti partecipanti al Laboratorio di Regia della Facoltà di Lettere, coordinati dalla docente Barbara Grespi, dal regista Michelangelo Frammartino e dallo scenografo e scultore Matthew Broussard, con la collaborazione della Fondazione Alasca e Lab 80.

Riportiamo il testo di presentazione della videoinstallazione.
“Abbiamo cercato di congelare il tempo e i suoi istanti.
Entrando in questo spazio compirete un piccolo viaggio nel tempo: vi ritroverete in un tipico salotto anni ottanta, teatro di una tragedia trasmessa per 38 giorni dalla televisione italiana. Qui milioni di italiani hanno visto – senza davvero vedere – la tragedia di Alfredino, che ha vissuto i suoi ultimi giorni intrappolato in un pozzo decine di metri sottoterra, mentre in superficie i tentativi di soccorso si risolvevano in improvvisate ed inutili baracconate. Paradossalmente, la superficie è l’unica cosa che si è vista. Una tragedia quanto mai reale, ma che ai telespettatori è stata solo suggerita nella sua sostanza. Una tragedia che ciascuno ha elaborato in base al proprio vissuto e alla propria sensibilità.
Ma questo accadimento, attraverso la propria natura irrisolta, ha reso evidente – e per certi versi accelerato – la drastica ridefinizione del rapporto tra gli italiani ed il proprio spazio vitale: in questo piccolo salotto si è trovato infatti riunito un intero Paese, e da qui, paradossalmente, non è più uscito. In quel giugno del 1981 la televisione ha reideato sé stessa e ha improvvisamente trovato il modo di riversarsi silenziosamente nelle case italiane, trasformandosi da semplice elettrodomestico a selezionatore di realtà pre-definite e – progressivamente – in un vero e proprio catalizzatore del superfluo.
Attraverso un sistema video a circuito chiuso offriamo la possibilità di provare, sulla vostra pelle, il disorientamento e la modificata percezione dell’ambiguità che la tragedia di Vermicino ha suscitato su un’intera generazione.
Questo evento ha modificato il modo di pensare e di relazionarsi di un’intera nazione. Non può e non deve cadere nell’oblio.”

A documentary made to describe the experience of a video installation created at the University of Bergamo in 2009 by students participating in the “Laboratory of filmmaking” of the Faculty of Arts, coordinated by professor Barbara Grespi, the director Michelangelo Frammartino and by the set designer and artist Matthew Broussard, with the collaboration of the Foundation Alaska and Lab 80.

Here is the presentation of the video installation.
“We tried to freeze time and its moments.
By entering this space you will accomplish a little trip back in time: you’re in a typical living room of the ’80s, the scene of a tragedy transmitted for 38 days by Italian television. Here millions of Italians have seen – without really seeing – the tragedy of Alfredino, a boy who lived his last days trapped in an artesian well many meters underground, while in the surface relief efforts were settled in but were improvised and useless. Paradoxically, the surface is the only thing that we have seen. A real tragedy, that was only suggested to viewers in its substance. A tragedy that each one has personally elaborated according to their own experience and their own feelings.
But this occurrence, through its unresolved nature has made it clear – and somewhat accelerated – the drastic redefinition of the relationship between Italians and their living space: in this small living room an entire country found itself reunited, and from here, paradoxically, that entire nation never come out. In that June of 1981, the television has redefined herself and suddenly found a way to infiltrate silently in Italian homes, transforming itself from a simple appliance  to a pre-defined reality selector and – gradually – in a real catalyst of what’s superfluous.
Through a closed-circuit video system we offer you the chance to try the disorientation and the altered perception of ambiguity that the tragedy of Vermicino has sparked in an entire generation.
This event has changed the way of thinking and the relate ability of an entire nation. It can not and must not fall into oblivion. ”

Scheda Tecnica

Produzione: Cinematique, Zamblatown, Centro Arti Visive dell’ Università degli Studi di Bergamo
Ideato e realizzato da: Angelo Rizzi e Luca Sironi
Si ringraziano gli autori dell’installazione: Narashima Cecchini, Eleonora Chiari, Cesare Cremonesi, Chiara De Troia, Francesco Ferrari, Mauro Ferraris, Alessandro Gerenzani, Viviana Malanchini, Andrea Manenti, Marco Paris, Angelo Rizzi, Claudio Rossoni, Luca Sironi, Raffaella Todaro, Annalisa Vittorino.
Anno: 2010
Durata: 26 minuti
Formato: MiniDV 4:3 Colore
Documentario

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